Stefano Pasini

 

 

JAGUAR S-Type 'R'

 

 

In quattro giorni, con questa Jaguar, abbiamo fatto 2550 chilometri. Vi sembrano pochi? Ma perché io e mia moglie stavamo facendo un pellegrinaggio a Lourdes, che è una cosa da fare con calma. Rilassati, quindi, nel silenzio lussuoso e pieno di premure di una delle più classiche e affascinanti automobili inglesi. Spezzando le lunghe tappe attraverso il sud della Francia con ricche cene con amici del luogo, visite archeologiche, tappe turistiche. Viaggiando in completa tranquillità da un temporale europeo a un acquazzone di proporzioni monsoniche, senza che la Jaguar mostrasse mai la minima esitazione. Seguendo, in maniera rilassata, le indicazioni di un eccellente navigatore, ma anche apprezzando le qualità isotermiche di uno straordinario climatizzatore e godendocisi il paesaggio di Provenza, Camargue, Var. La ‘S-Type’ “R” è un’auto superiore, che non è detto che venga capita da tutti; per apprezzarne fino in fondo il fascino è bene avere anche una buona preparazione nel mondo delle automobili classiche, sapere distinguere una Jaguar MkV da una MkVII e ricordare gli anni nei quali la Casa di Coventry dominò Le Mans. E questa non è roba che viene fuori dalle schede tecniche o dalle prove su strada delle moderne riviste specializzate. E’ un fatto soprattutto culturale.

 

La “R” aiuta a fare viaggi eleganti, veloci, raffinati. Aiuta anche a fare una diretta conoscenza con la maggior parte dei distributori di carburante dislocati sulla nostra rotta: questa Jaguar è un’auto straordinaria, ma l’economia dei consumi non è la virtù per la quale sarà ricordata nella storia. Non è un problema, quello che realmente importa è che con 400 cavalli, questa è una delle più potenti, o forse la più potente Jaguar berlina mai messa su strada, che va come un aeroplano ma che all’interno offre anche un livello di confort, equipaggiamento e lusso raramente riscontrabili in modelli di pari categoria.

 

 

 

Il nuovo corso della Jaguar si aprì, tanti anni fa, con l'acquisto da parte della Ford. Molti, all'epoca, si dichiararono scettici; era un matrimonio, dissero, innaturale, la grande industria andava ad appropriarsi di un marchio prestigioso senza avere la possibilità intellettuale di sfruttarlo al meglio. Era una perplessità fondata, ma alla fine si rivelò completamente errata, dato che la Casa americana, grazie a personalità di grande intelligenza come Nick Scheele, ha poi dimostrato ampiamente di saper cogliere di elementi fondamentali dell'aristocratica ditta inglese e di averla rilanciata con grande gusto.

 

Un tassello fondamentale del nuovo corso è stato, nel 1998, la presentazione del modello 'S-Type'. Questa berlina, posizionata appena un poco al di sotto delle classiche quattro porte 'XJ', si è ben presto guadagnata il favore della clientela grazie ad una riuscita combinazione di bellezza, prestazioni, comfort e, non ultimo fra i punti a favore, un prezzo attraente. La 'S-Type', dimostrazione pratica di come la via per il lusso dinamico non debba essere un monopolio delle sole Case tedesche, è rimasta in produzione per tutti questi anni con un continuo successo, e solo quest'anno è stata sottoposta ad un restyling decisamente contenuto, segno del fatto che i clienti hanno continuato ad apprezzarla come quando è uscita. A nobilitarne la gamma, e poi è arrivata anche una versione molto particolare, che è quella di cui parliamo qui: quella sovralimentata, denominata 'R'.

 

 

Questa lettera contraddistingue, in Casa Jaguar, le versioni più sportive e potenti perchè dotate di compressore volumetrico. Analoghe versioni sono in produzione da anni per le berline 'XJ' e per le 'XK' coupé e cabriolet. Una lettera sola, che però significa tante cose, per prima, naturalmente, un massiccio incremento di potenza. Nel caso della ‘S-Type’, l'incremento è però ancora più notevole di quello che si era apprezzato nei precedenti modelli; rispetto ai 358 cavalli del motore 4 litri, infatti, quello della ‘S-Type R’, grazie anche ad un aumento di cilindrata dello stesso poderoso V8 a 4,2 litri (capacità quasi mistica per un appassionato Jaguar....), fornisce ora ben 395 cavalli. Perché non quattrocento? Questo è un mistero che lasciamo volentieri ai dietrologi e ad altri speculatori; certamente fare cifra tonda sarebbe stato più accattivante, ma è parte del carattere elegante della Jaguar non correre necessariamente dietro a questi feticci.

 

Ecco, la parola chiave anche di questo modello, come di tante altre Jaguar classiche, è proprio: eleganza. La sua linea è moderatamente rétro, proprio come piace agli appassionati delle automobili inglesi; i richiami stilistici della sua carrozzeria, però, non le creano alcun debito morale con nessun'altra Casa al mondo, perché tutte le sue linee provengono da altre Jaguar di qualche anno o di qualche decennio fa. Mutatis mutandae, la linea del padiglione, il muso, la forma ovale della calandra richiamano in maniera diretta e immediata analoghe parti della MkV, MkVII, della 3,8 MkII; il bilanciamento dei volumi, la sobrietà complessiva di forme però non tristi nè inutilmente razionalistiche (la Bauhaus nelle linee di un’auto è roba da utilitarie) fanno di questa vettura l’ennesima ‘Instant Classic’ della Casa inglese. Il punto più immediatamente riconoscibile della ‘S-Type’ è sempre stata la sua calandra ovale mutuata dalla MkII, la ‘R’ sfoggia, dentro a questa elegante cornice (ora verniciata nel colore della carrozzeria), la griglia metallica cromata a maglie oblique che è stato per decenni un vezzo delle sportive albioniche.

 

 

 

L'interno, pur se strutturato secondo architetture note e apprezzate, mostra i segni del progresso tecnologico, e, inevitabilmente, anche delle evoluzioni normative; così i meravigliosi interruttori a levette, il volante in Bachelite sottile ed altri piaceri tattili delle Jaguar classiche sono spariti perchè ritenuti inadatti dai soliti anonimi burocrati e legislatori Verdi, gonfi di bile verso l’automobile e gli automobilisti, che hanno imposto leggi nelle quali l’auto appare oggetto d’odio, non di passione e nemmeno di equilibrato esame. La ‘S-Type R’ sfoggia comunque un bel cruscotto in legno pregiato, una strumentazione sobria, con grandi quadranti neri, analogici, circolari, lancette e numeri bianchi, e anche l'inserimento del grande schermo del navigatore satellitare non è per niente invadente. Insomma, nel insieme, si vede che l'interno di questa automobile è stata fatta da professionisti che sanno comunque apprezzare i piaceri della vita e di un'automobile di lusso. Ovviamente, non manca il profondo, ammaliante profumo di cuoio pregiato che la Jaguar per anni ha orgogliosamente mantenuto come un proprio marchio di fabbrica. Permane, segno di antica nobiltà, anche in questo modello, ed è benvenuto.

 

 

Meccanicamente, la ‘R’ (e prima ancora, la ‘S-type’, diciamo così, ‘normale’) beneficia di tutti i progressi tecnici compiuti negli ultimi anni; senza addentrarci troppo in spiegazioni tecniche, basterà ricordare che il disegno delle sospensioni è ora particolarmente raffinato, che c'è un ponte a bracci multipli al retrotreno, che i freni a disco della Brembo, di grande potenza e con rotori di ampio diametro, sono stati ulteriormente potenziati per far fronte all’enorme potenza del motore. Le nuove pinze freno fanno bella mostra di sé fra una razza e l'altra dei grandi cerchi da diciotto pollici, anch'essi adottati per meglio gestire, grazie alle gomme di sezione maggiorata e profilo ribassato, la grande potenza del motore sovralimentato.

 

 

Tutto questo parlare di potenza, di grandi cifre, di una macchina che può arrivare oltre i 250 chilometri all’ora ma che lì si ferma perché limitata da un congegno elettronico interno, di un tempo da zero a 100 chilometri allora di soli sei secondi e così via, potrebbe dare l'immagine di un'automobile dura, corsaiola, intrattabile. Un tempo, in fondo, era sempre così: un'automobile potente aveva iscritti già nei suoi geni, nei suoi cromosomi, questi difetti. Ora non è più così, e questa ‘R’, complice anche la duttilità di un cambio automatico a sei rapporti particolarmente raffinato e di funzionamento molto piacevole, è straordinariamente facile da usare anche in città, nel traffico, a basse andature; andando, insomma, a passeggio. E siamo stati anche a passeggio: di chilometri ne abbiamo fatti complessivamente più di 6.000 in 35 giorni, sempre con la massima soddisfazione.

 

In queste condizioni rilassate, quando c'è un po' di tempo per apprezzare quello che succede nell'abitacolo, si capiscono e si apprezzano tanti dettagli. Il sistema di comunicazione principale, quello che, tramite l'interfaccia costituita dalla grande schermo centrale, permette all'utente di controllare sistema audio, navigatore, computer di bordo e così via, è molto versatile e permette di accedere a tante funzioni tramite un sistema ‘Touch-Screen’, cioè con semplicemente toccando con un dito il tasto virtuale mostrato sullo schermo; il sistema di ventilazione, come da antica e molto apprezzata tradizione della Jaguar, è magnifico e permette un ottimo controllo della temperatura e della ventilazione senza alcun problema anche nelle condizioni climatiche più difficili. Il comfort interno è all'altezza di questo marchio prestigioso, che da sempre incarna un'idea raffinata ed esclusiva di comodità secondo i concetti classici degli anglosassoni, silenzio, legno, cuoio, assenza di vibrazioni, climatizzazione di alto livello. È un ambiente di particolare eleganza, che ricorda molto da vicino quello delle Bentley classiche ma senza le pacchiane ostentazioni tipiche di questa marca, ormai diventata palcoscenico ideale per megalomani nostrani ed arabi in fase di shopping londinese.

 

 

Ai lontani periodi d’oro della Casa di Crewe, la Jaguar in questo caso si avvicina ancora più del solito con l'utilizzo del compressore volumetrico che, su un motore di elevata cilindrata, è proprio uno dei cardini della leggenda Bentley, quella nata negli anni eroici del 24 ore di Le Mans. Il fatto che con quel tanto celebrato motore dotato di compressore Amherst-Villiers la Bentley non sia mai riuscita a vincere praticamente niente, e che anzi le automobili inglesi siano state sostanzialmente cancellate dalla classica gara francese nel momento in cui apparvero le ben più agili e sofisticate Alfa Romeo, sono dettagli che gli inglesi dimenticano spesso e volentieri. L'importante è che quella Bentley 4,5 litri sovralimentata, dotata di un compressore praticamente identico a quello che sarebbe poi stato adottato durante la guerra sugli Spitfire della ‘Battle of Britain’, aveva il carisma, la potenza di immagine di qualcosa al di fuori del normale, di eroico e speciale, degno di quei piloti romantici e indubbiamente affascinanti che erano, all'epoca, i " Bentley Boys".

 

 

La Jaguar ‘R’ ha ambizioni diverse, se non altro perché non dovrà correre nessuna gara classica. Ma se avete fretta, se e una di quelle notti nelle quali c'è da correre perché c'è un'urgenza, quando l'autostrada libera e i fari, per dirla con Ian Fleming, scavano il loro tunnel di luce nel buio senza incontrare alcun ostacolo nè vicino nè lontano, la ‘R’ mostra un carattere impressionante. È un'automobile che sa nascondere molto bene, sotto il suo vestito esterno da confortevole e rassicurante agnello, artigli e unghie da grande predatore. Non solo è velocissima, con una maestosa accelerazione accompagnata dal leggero gemito distante del compressore; è anche molto stabile e sicura, con una tenuta di strada eccellente che non si scompone neppure quando, nei lunghi curvoni autostradali, si trova una buca o un giunto traverso. Il cambio automatico tende a rallentare un po’ i cambi marcia, ma ciò nonostante il tempo da zero a 100 Km/h rimane di soli 5,5 secondi, certo non alto se si considera anche la massa della ‘S-Type’.

 

Il telaio tiene il corpo vettura al suo posto, mentre i sistemi di bordo (fra i quali ricordiamo il ‘CATS’, controllo attivo computerizzato delle sospensioni) aiutano a ridistribuire la trazione in maniera da evitare scherzi, soprattutto sul bagnato. Il bilanciamento generale della ‘R’ permette di mantenere ottime medie orarie anche quando si fanno autostrade piene di curve come quelle alpine o appenniniche, e la cosa più importante è che tutte queste prestazioni si raggiungono e poi si mantengono con grande facilità, in assoluta comodità, senza stress. L’unico prezzo per stare costantemente sopra ai 200 all’ora è quello che si paga ai benzinai che si incontrano lungo la strada, e a 5-6 chilometri per litro con un serbatoio di 70 litri se ne incontrano parecchi. Ma se si viaggia ad andature più tranquille, tipo quelle ammesse dal Codice della Strada, la ‘R’ consuma non più di 10 litri per 100 chilometri; più che ragionevole. Il problema  è controllarsi: da fermo a 250 all'ora, quando il limitatore ne frena l'accelerazione, la 'R' è una impetuosa locomotiva possente, entusiasmante, la cui progressione, accompagnata dal lontano gemito metallico del compressore, non può che entusiasmare l'appassionato. Un'auto che dà un'emozione di guida davvero unica nel suo genere: in un mondo di auto sempre più perfette e veloci, ma anche più omogeneizzate e tecnologiche, questa profonda emozionalità rappresenta un patrimonio preziosissimo, degno di questo grande blasone.

 

 

Alla fine di tutte le possibili valutazioni, la 'S-Type R' risulta quindi un'automobile unica e per certi versi irripetibile, o perlomeno inimitabile nella sua sintesi di prestazioni, lusso, ricchezza, classe e sicurezza, con un'immagine formidabile e qualità stradali da 'Grande Routiére' di gran razza. Per chi vuole una sofisticata berlina sportiva a quattro porte ed ha la non irrilevante somma di 72.000 Euro circa che sono necessari al suo acquisto, una ‘S-Type R’ è un’automobile pressochè perfetta. Esce dalla convenzione consolidata, dalla Trinità ormai ovvia di BMW M5/Mercedes E55/Audi RS6, con un’eleganza innata ed un marchio di straordinario fascino. Ad aiutare e non poco il successo di questa vettura, in Italia, c’è poi il nostro innato amore per queste eleganti vetture di gran pregio e l’atteggiamento particolarmente positivo di tutta la struttura tecnica e commerciale, dalla Jaguar Italia (che vanta un Presidente impagabile qual è Jon Lewis) alla rete di distribuzione sul territorio, tanto ben funzionante che nel 2001 ben 9 sulle 20 concessionarie Jaguar di maggior successo in Europa sono risultate proprio italiane.

 

A me questa ‘R’ è piaciuta moltissimo: è il migliore ed il più convincente modo di ricordare che il motto classico della Jaguar era ‘Grace, Pace and Space’. Di grazia le Jaguar ‘S-Type’ ne hanno sempre avuta molta, ed anche di spazio. Ora c’è anche il ‘passo’, le gambe lunghe: date dal compressore, il più classico e moderno Stivale delle Sette Leghe.

 

 

Stefano Pasini, Bologna 30.8.2002

(Con un omaggio a P.J. O'Rourke...)

 

 

 

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