- Ipse Dictum -
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“Io, toscano e
fiorentino di razza - che vuol dire il più feroce, il più insistente, il più
noioso chez nous del mondo - io amo, anzitutto e soprattutto e per tutto,
tutta Italia: e poi dopo, Bologna… a lei, anche infuocata nell’estate, torna il
mio pensiero dalle cime delle Alpi e dalle rive del mare.
E ripenso
a momenti con un
senso di nostalgia le solenni strade porticate che paiono scenari classici e le
piazze austere, fantastiche, solitarie, ove è bello sperdersi pensando nel
vespero di settembre o sotto la luna di maggio, e le chiese stupende ove sarìa
dolce, credendo, pregare d’estate, e i colli ov’è divino, essendo giovani, amare
di primavera; e la Certosa, in alcun lembo della quale, che traguardi dal colle
al dolce verde immenso piano, si starà bene a riposare per sempre. Bologna è
bella. Gli italiani non ammirano, quanto merita, la bellezza di Bologna: ardita,
fantastica, formosa, plastica nella sua architettura…”
Giosuè Carducci da ‘Prose’, Zanichelli 1922
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