Stefano Pasini

Porsche Cayman S

 La Cayman ‘S’ nasce per gettare un ponte fra due famiglie Porsche contigue eppure ancora molto lontane, la sempiterna ‘911’ e la giovane ‘Boxster’. La nuova nata, caratterizzata esternamente dalla scocca a tetto fisso e non più in tela, riprende la base meccanica proprio di quest’ultima assemblando, in un ennesimo cocktail di pezzi già noti, motore della Boxster ‘S’, teste della 911 e così via per offrire un nuovo coupé sportivo a motore posteriore centrale. Naturalmente la Cayman ‘S’, con il suo motore a sei cilindri da 3,4 litri e 295 CV, è piazzata più o meno a metà strada fra Boxster S e 911 Carrera. Le sue prestazioni sono quindi ovviamente intermedie fra i due modelli: 5,4 secondi da 0 a 100 km/h e velocità massima di 275 km/h (scende a 286 con il Tiptronic, che fa perdere anche 0,8 secondi nel tempo da zero a 100 Km/h). Ma il tratto più importante dal punto di vista dinamico è senza dubbio la molto maggiore rigidità torsionale del telaio (ora quantificata in ben 31.000 Nm/grado), che permette prestazioni decisamente più elevate in termini di tenuta di strada e guidabilità.

Il motore centrale permette alla Boxster di avere due ampi bagagliai davanti e dietro all’abitacolo; nella Cayman ‘S’ questi spazi sono ancora ampliati grazie all’estensione di quello posteriore fino a ridosso del poggiatesta dei sedili, e il risultato finale è una capacità di 410 litri, davvero enorme per la categoria. Dal momento che gli spazi interni sono quelli che distinguono le vere ‘Gran Turismo’ dalle primedonne sportivissime e inutilizzabili, un plauso alla razionalità di questa soluzione. Inutile dire che il portellone rende carico e scarico dei bagagli un gioco.

E’ bella? Questione, si può dire, di gusti. I cromosomi sono quelli giusti, in fondo la Porsche, sempre ossessionata dall’efficienza aerodinamica necessaria a sfruttare in gara la modesta potenza dei suoi 4 cilindri, già nel 1953 iscriveva alla 24 Ore di Le Mans delle ‘550’ caratterizzate da una carrozzeria chiusa con il tetto raccordato obliquamente alla coda. La nuova Cayman S si ispira più o meno volontariamente a quelle lontane antenate, anche perché, grazie ai prodigi dei climatizzatori automatici d’oggi, può permettersi di ignorarne quello che fu il grande difetto di quelle ‘550’, il vulcanico calore interno che arrostiva lentamente (ma per 24 ore) gli sfortunati piloti. Oggi il motore siede alle spalle del pilota senza dar alcun segno termico di sé. Comunque la linea complessiva è piacevole, con un’area di particolare suggestione fra il lungo portellone posteriore (116 x 90 centimetri) e i parafanghi posteriori; l’accurato studio aerodinamico permette di ridurre il Cx a 0,29. Il muso è decisamente correlato a quello di Boxster e 911, ma l’idea di montare i fendinebbia in mezzo alle griglie dei radiatori, su una specie di asta orizzontale verniciata nel colore della carrozzeria, ha causato parecchie critiche.

Già nella sua versione ‘base’, che inizia a 61.208 euro, la Cayman è molto piacevole alla guida, scattante, stabile, anche se l’interno è piuttosto rumoroso. Il pacchetto ‘Sport Crono’ è senz’altro un’utile aggiunta a questo abitacolo, ma l’optional che il pilota sportivo ‘serio’ desidererà sicuramente più di qualsiasi altro sta sotto ai passaruota ed è il ‘PCCB’, cioè il sistema frenante con dischi in ceramica. Intendiamoci, i freni ‘normali’ sono già formidabili….ma quelli in ceramica sono proprio una marcia in più, sic et simpliciter. Anche il Porsche Active Suspension Management (‘PASM’) è disponibile a richiesta per chi vuole selezionarsi l’assetto a seconda dei casi, mentre il ‘PSM’, Porsche Stability Management, è invece di serie. Un altro optional che dovrebbe essere nella ‘lista della spesa’ di ogni appassionato serio è quello dei fari al Bi-Xenon.

Non è difficile andare decisamente svelti con la Cayman, e ci si diverte parecchio governando un telaio splendido, che sfoggia il caratteristico handling delle sportive a motore centrale. (La Casa dichiara che la Cayman ‘S’ permette di girare la Nordschleife del Nürburgring in 8’20”; un tempo eccellente, ma per queste andature ci vuole Walter Rohrl al volante). Il guidatore appassionato trova nella nuova Porsche una ricetta molto piacevole, una dichiarata sportività in unione però con una facilità d’uso quotidiano migliore di quella di una Boxster e con un prezzo decisamente inferiore a quella della 911 più economica, cui si avvicina molto anche come potenza. In questo ottica le circa 10.000 unità che la Porsche ha messo in preventivo risultano ragionevoli. Il vero quesito di fondo è quanti di questi clienti verranno da altre Marche e quanti saranno invece ‘rubati’ alle sorelline della stessa Casa...

 

 

993 4S La Carrera GT

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